Qualche titolo...

  • A Whiter shade of pale-Procul Harum
  • Ain't no sunshine-Bill Withers
  • Come Together-Beatles
  • Gimme Some Lovin-Blues Brothers
  • Heroes-David Bowie
  • Hey Jude-The Beatles
  • House of rising sun-Animals
  • Hurricane-Bob Dylan
  • Imagine-John Lennon
  • In my place-Coldplay
  • Knocking on heavens door-Bob Dylan
  • Let it be-Beatles
  • Light my fire- The Doors
  • Losing my religion-R.E.M.
  • Mr Tambourine man-Bob Dylan
  • Smell like teen spirits- Nirvana
  • Speed of sound-Coldplay
  • Surf in USA-Beach Boys
  • The Wall-Pink Floyd
  • This guy's in love with you-Herb Alpert
  • Viva la vida-Coldplay
  • Wouldn't it be nice-The Beach Boys
  • Yesterday-The Beatles
  • You don't have to say you love me-dusty springfield

Woody Allen

Woody Allen

Woody Allen NY

Woody Allen NY

Woody Allen e Penelope Cruz

Woody Allen e Penelope Cruz

Luigi Pirandello

Luigi Pirandello

Henry Bergson

Henry Bergson

Sigmund Freud

Sigmund Freud

Renè Magritte

Renè Magritte

Impero dei lumi, Renè Magritte

Impero dei lumi, Renè Magritte
In quest'opera Magritte usa il metodo dell'ibridazione, ovvero la rappresentazione nello stesso quadro di due oggetti o due situazioni tra loro inconciliabili per creare una realtà che non esiste. L'artista ricostruisce una procedura tipica dei sogni (è nota infatti l'influenza delle teorie freudiane sugli artisti surrealisti come Magritte). Il sogno è visto come l'essenza dell'uomo, e per questo la sua rappresentazione diventa fondamentale. L'obiettivo dell'artista è creare un effetto di shock, uno spaesamento. Le forme sono tridimensionali, la tecnica è impeccabile, quasi accademica, ma la particolarità nell'opera sta nella realtà che vi è rappresentata. L'opera accosta due momenti diversi, opposti tra loro : la metà superiore è vista in pieno giorno, quella inferiore di notte. È proprio questa diversità di luci che, passando a un primo sguardo inosservata, riesce a creare un'atmosfera inedita e affascinante. Citando direttamente Magritte: «Nell'Impero delle luci ho rappresentato due idee diverse, vale a dire un cielo notturno e un cielo come lo vediamo di giorno. Il paesaggio fa pensare alla notte e il cielo al giorno. Trovo che questa contemporaneità di giorno e notte abbia la forza di sorprendere e di incantare. Chiamo questa forza poesia.»

Red Model, Renè Magritte

Red Model, Renè Magritte

Pipe, Renè Magritte

Pipe, Renè Magritte
In questa opera Magritte vuole sottolineare la differenza tra l’oggetto reale e la sua rappresentazione. Chiunque di noi alla domanda “Cos’è?” risponderebbe “una pipa”. In realtà non lo è, ma è la rappresentazione di una pipa. L’equivoco è dovuto alla convenzione che lega a ogni oggetto un nome. Per evidenziare la rottura delle convenzioni egli scrive “Questa non è una pipa”. Questa apparente contraddizione tra realtà e rappresentazione genera uno stato di perplessità che costituisce la poesia dell’opera. Inoltre il messaggio che il dipinto ci trasmette è di tipo filosofico e invita alla riflessione. Per la prima volta lo scopo dell'arte non è l'arte di per sé, ma la riflessione.

Golcond, Renè Magritte

Golcond, Renè Magritte
In quest’opera Magritte moltiplica a “stampo” il curioso personaggio presente in molte altre sue opere, caratterizzato dal vestito e dalla bombetta neri. Il paesaggio, composto da case e tetti tipicamente belga e da un cielo opaco e senza nubi, è ancora una volta caratterizzato da un realismo elementare. Su questo sfondo i personaggi, completamente identici fra loro se non per la direzione degli sguardi e per la loro lontananza e quindi gradezza, sembrano piovere dal cielo come candidi fiocchi di neve. Non vi è dubbio alcuno circa la magia e la dolcezza poetica, quasi sognante dell’immagine.

La condizione umana, Renè Magritte

La condizione umana, Renè Magritte

FILM comici, grotteschi, umoristici

  • Amore e ginnastica, Luigi Filippo D'Amico, Italia 1973
  • Annie hall, Woody Allen, U.S.A. 1977
  • Citizen Kane, Orson Welles, U.S.A. 1941
  • Deconstructing Harry, Woody Allen, U.S.A. 1997
  • Divorzio all'Italiana, Pietro Germi, Italia 1961
  • Fantozzi, Luigi Salce, Italia 1975
  • Hannah and her sisters, Woody Allen, U.S.A.
  • I mostri, Dino Risi, Italia 1963
  • I soliti ignoti, Mario Monicelli, Italia 1958
  • Il sorpasso, Dino Risi, Italia 1962
  • Ladri di biciclette, Vittorio De Sica, Italia 1948
  • Love and Death, Woody Allen, U.S.A. 1975
  • Luci della città, Charlie Chaplin U.S.A. 1931
  • Manhattan, Woody Allen, U.S.A. 1979
  • Mon oncle, Jacques Tatì France 1985
  • Rebel without a cause, Nicholas Ray, U.S.A.1955
  • Sciuscià, Vittorio De Sica, Italia 1946
  • The cameraman, Buster Keaton, U.S.A. 1928
  • The curse of the Jade scorpion, Woody Allen, U.S.A. 2001
  • Tutti a casa, Luigi Comencini, Italia/Francia 1960
  • Whatever works , Woody Allen, U.S.A. 2009
  • Zelig, Woody Allen, U.S.A. 1983

giovedì 22 aprile 2010

groucho marx

A Whiter Shade Of Pale - Procol Harum

Woody.Allen-Harry.a.pezzi.-conversazione con il figlio(hihi)

Woody Allen e il senso della vita: Sono ateo

Woody Allen - Prendi i soldi e scappa - spezzone

Woody Allen - Provaci ancora Sam - appuntamento al buio

Jodi Socìas






Se si vuole capire l'evoluzione del fotogiornalismo spagnolo (ma non solo) non si può prescindere da un nome: Jodi Socìas. Nei suoi scatti c'è tutto: scrittori, artisti, sensazioni ma soprattutto molta vita. Lo stile particolare di questo grande maestro nato da una famiglia operaia e cresciuto alla scuola delle strade di Barcellona lo ha consacrato nelle vesti di "narratore". Un artista e un giornalista che ha fissato i nuovi canoni del fotogiornalismo moderno che è ha aiutato più di una generazione a scoprire e capire che l'immagine è uno strumento di narrazione autentico, "audace" e rivoluzionario. Un occhio indiscreto che ha aiutato la storia, la cronaca e l'arte

giovedì 15 aprile 2010

Il dopoguerra in America
e l'inedito Kubrick fotoreporter

Al Palazzo della Ragione di Milano dal 16 aprile gli scatti del 17enne Stanley, futuro cineasta

Una delle immagini di Stanley Kubrick esposte a Milano
Una delle immagini di Stanley Kubrick esposte a Milano
Chissà se a soli 17 anni Stanley Kubrick immaginò mai che sarebbe diventato uno dei più celebri registi della storia del cinema, che avrebbe scritto Arancia Meccanica o diretto pellicole come Barry Lyndon, Shining e Eyes Wide Shut. Di certo Kubrick, aspetto poco conosciuto della carriera del grande cineasta, nel 1945 venne assunto come fotoreporter dalla rivista americana Look. Aveva solo 17 anni, appunto, e per cinque lavorò al magazine. Il suo sguardo e il suo obiettivo ritrassero l'America dell’immediato dopoguerra, attraverso le storie di celebri personaggi come Rocky Graziano o Montgomery Clift, le inquadrature fulminanti e ironiche nella New York che si apprestava a diventare la nuova capitale mondiale, o ancora la vita quotidiana dei musicisti dixieland. Trecento di quelle fotografie scattate da Kubrick tra il 1945 e il 1950, molte delle quali inedite e stampate dai negativi originali, saranno esposte dal 16 aprile al 4 luglio al Palazzo della Ragione di Milano.

LA MOSTRA - L’esposizione è stata curata da Rainer Crone e realizzata dal Comune di Milano - Cultura e da Giunti Arte Mostre Musei, in collaborazione con la Library of Congress di Washington e il Museum of the City of New York (che custodiscono un patrimonio ancora sconosciuto di oltre 20.000 negativi di Stanley Kubrick, giovanissimo, ma già grande fotografo). «Una mostra che racconta anzitutto lo "sguardo" di Kubrick che si è rivelato essere uno dei tratti stilistici più interessanti della sua poetica cinematografica - spiega l'assessore alla Cultura del Comune di Milano Massimiliano Finazzer Flory -. Conosciuto ai più per gli indimenticabili film che hanno segnato la storia del cinema, Kubrick si è brillantemente distinto per la sua attività di fotoreporter. Una carriera fotografica che si è dispiegata all’insegna della ricerca dell’anima dei personaggi ritratti al pari degli ambienti con una personalissima visione del reale e dei suoi stratificati livelli di significato». Il percorso espositivo è organizzato in due parti. La prima, divisa a sua volta in 7 sezioni, avrà un’introduzione, Icone, nella quale vengono presentate le immagini simbolo delle storie che l’occhio dell’obiettivo di Kubrick ha immortalato. Come Portogallo che racconta il viaggio in terra lusitana di due americani nell’immediato dopoguerra, o ancora Crimini, che testimonia l’arresto di due malviventi seguendo i movimenti dei poliziotti, le loro strategie, le loro furbizie, fino all’avvenuta cattura. La seconda parte del percorso toccherà altri argomenti rappresentativi della breve carriera di Kubrick fotografo, come le immagini dedicate al giovane Montgomery Clift colto all’interno del suo appartamento, o quelle del pugile Rocky Graziano, che raccontano i momenti pubblici e privati di un eroe moderno, o ancora l’epopea dei musicisti dixieland di New Orleans.

PASSIONE EREDITATA - Una delle due passioni ereditate dal padre quella di Kubrick per la fotografia (l’altra furono gli scacchi), che si esaurì purtroppo in un quinquennio. La prima fotografia venne pubblicata il 26 giugno 1945 e ritrae un edicolante affranto per la morte di Roosevelt, un’immagine che conquisterà gli editors di Look. Il metodo Look, caratterizzato da una narrazione a episodi, prevedeva che il soggetto fosse seguito costantemente e fotografato in tutto ciò che faceva. Uno stile invadente che su Kubrick esercitò un grande fascino. Per ottenere dai personaggi delle pose che fossero più naturali possibili, Kubrick metteva in atto una serie di stratagemmi per passare inosservato, come nascondere il cavo della macchina fotografica sotto la manica della giacca e azionare l’otturatore con un interruttore nascosto nel palmo della mano. Gran parte del senso estetico che ritroviamo nei suoi film, fiu espresso già dal lavoro di quegli anni. Le istantanee di Kubrick - sottolinea il curatore della mostra - stupiscono per la loro sorprendente maturità, e non possono essere considerate come archivi visivi della gioia di vivere, catturata dallo spirito attento e pieno di humor di un giovane uomo.

lunedì 8 marzo 2010

La notte degli oscar.. i verdetti

Trionfa la Bigelow, prima Lady Oscar
Batte l'ex marito e il tabù di Hollywood

L'ex moglie di Cameron prima donna premiata per la regia. «The hurt locker» è anche il miglior film e lascia ad Avatar tre premi.

Kathryn Bigelow con Barbara Streisand nella Notte degli Oscar (Afp)
Kathryn Bigelow con Barbara Streisand nella Notte degli Oscar
MILANO - Un Oscar storico. Non certo soltanto perchè il grande favorito, Avatar, viee sconfitto. Altre volte era accaduto. Non era mai accaduto, invece, che una donna conquistasse il premio più ambito, quello che consacra la miglior regia. Kathryn Bigelow lo conquista trionfando, anche con il premio al miglior film per Hurt Locker. E la prima donna nella storia di Hollywood, d'ora in poi la vera «Lady Oscar». E' una festa particolare la sua, che quasi simbolicamente arriva alla viglia della Festa della donna. E nient'affatto simbolicamente coincide con la vittoria nel duello «in famiglia» con l'ex marito James Cameron, arrivato alla serata degli Oscar con il film campione d'incassi di sempre, e forse questo alla fine ha pesato sui riconoscimenti per Avatar, che ha colto solo tre premi «tecnici», tra i quali uno dei due Oscar italiani, quello meritatissmo a Mauro Fiore, per la fotografia che ha raccontato la storia fantastica dei mondi paralleli. L'altro, per la colonna sonora di un altro film che ha conquistato il pubblico più dei giurati, il cartoon Up, l'ha conquistato Michael Giacchino,

SEI STATUETTE - A The Hurt Locker sono andate sei statuette. Oltre a regia e miglior film, quelle per la migliore sceneggiatura originale, miglior montaggio, miglior suono, miglior montaggio del suono. La strada per l'Oscar fatta dal film della Bigelow è molto lunga: uscito nel 2008 e presentato alla mostra del cinema di Venezia, è uscito in sordina in Italia ma ha costruito il proprio riscatto in un momento in cui la guerra in Iraq è un tema quasi tabù per Hollywood. The Hurt Locker racconta la storia di una squadra di artificieri impegnata in Iraq e in particolare la dipendenza di uno di loro dalla scarica di adrenalina che gli trasmette disinnescare gli ordigni preparati dalla guerriglia irachena.

domenica 7 marzo 2010

Quella rivoluzione silenziosa nello sguardo dei fotografi italiani

SORPRENDENTI RISULTATI AL WORLD PRESS PHOTO E IL NUMERO SPECIALE DELL’«EUROPEO»

Primo premio a Pietro Masturzo e altri nove riconoscimenti ad autori connazionali

Se di un atto liberatorio avevamo bisogno, questo è arrivato come un’epifania dalla giuria del prestigioso World Press Photo che, tra infinite proiezioni, discussioni e tanti caffè nei bar di Amsterdam, ha assegnato il primo premio a Pietro Masturzo, giovane free lance napoletano e altri nove riconoscimenti ad altrettanti fotografi italiani. Non era mai capitato prima. La foto di Masturzo ritrae una donna urlare la sua rabbia contro gli orrori del regime di Ahmadinejad dal tetto di una casa di Teheran: una foto dalla luce magrittiana, surreale e sospesa nel tempo per un premio, dunque, che non solo libera la fotografia nostrana da un malcelato complesso di inferiorità nel rapporto con la storia del fotogiornalismo internazionale, ma rivela una verità (spesso sconosciuta) sul valore dello sguardo degli autori italiani.

Marion Cotillard dice sì a Woody Allen


In attesa del suo "You Will Meet a Tall Dark Stranger", una nuova dama entra nella 'corte' di Woody Allen. Dopo Carla Bruni (presenza non ancora ufficializzata) è la volta del Premio Oscar Marion Cotillard. Accanto alle due francesi doc, come già confermato da qualche settimana, ci sarà il talentoso Owen Wilson. Nessuna anticipazione sulla trama del film e il ruolo che ricopriranno i personaggi protagonisti. L'unica cosa certa è che si tratterà di un dramma sentimentale, finanziato dalla spagnola Mediapro. Le riprese dovrebbero iniziare nel corso dell'estate a Parigi.

LA NOTTE DEGLI OSCAR.. le nomination


Best Picture - Migliore Film Avatar The Blind Side District 9 An Education The Hurt Locker Inglourious Basterds Precious A Serious Man Up Up In The Air Best Actor In A Leading Role - Migliore attore protagonista Jeff Bridges - Crazy Heart George Clooney - Up In The Air Colin Firth - A Single Man Morgan Freeman - Invictus Jeremy Renner - The Hurt Locker Best Actress In A Leading Role - Migliore attrice protagonista Sandra Bullock - The Blind Side Helen Mirren - The Last Station Carey Mulligan - An Education Gabourey Sibide - Precious Meryl Streep - Julie and Julia Best Actor In A Supporting Role - Migliore attore non protagonista Matt Damon - Invictus Woody Harrelson - The Messenger Christopher Plummer - The Last Station Stanley Tucci - The Lovely Bones Christoph Waltz - Inglourious Basterds Best Actress In A Supporting Role- Migliore attrice non protagonista Penelope Cruz - Nine Vera Farminga - Up In The Air Maggie Gyllenhaal - Crazy Heart Anna Kendrick - Up In The Air Mo'Nique - Precious Best Director - Migliore regista James Cameron - Avatar Kathyn Bigelow - The Hurt Locker Quentin Tarantino - Inglourious Basterds Lee Daniels - Precious Jason Reitman - Up In The Air Foreign Language Film - Migliore film straniero Ajami El Secreto de Sus Ojos The Milk of Sorrow Un Prophete The White Ribbon Best Original Screenplay- Migliore sceneggiatura The Hurt Locker Inglourious Basterds The Messenger A Serious Man Up Best Adapted Screenplay - Migliore sceneggiatura non originale District 9 An Education In The Loop Precious Up In The Air Best Animated Feature Film - Migliore film di animazione Coraline Fantastic Mr Fox The Princess And The Frog The Secret Of Kells Up Art Direction - Direzione Artistica Avatar The Imaginarium of Doctor Parnassus Nine Sherlock Holmes The Young Victoria Cinematography - Cinematografia Avatar Harry Potter and the Half-Blood Prince The Hurt Locker Inglourious Basterds The White Ribbon Costume Design - Costumi Bright Star Coco Before Chanel The Imaginarium of Doctor Parnassus Nine The Young Victoria Documentary - Documentario FeatureBurma VJ The Cove Food, Inc Which Way Home Short Documentary - Cortometraggi ShortChina's Unnatural Disaster: The Tears of Sichuan Province The Last Campaign of Governor Booth Gardner The Last Truck: Closing of GM Plant Music by Prudence Rabbit a la Berlin Film Editing - Montaggio Avatar District 9 The Hurt Locker Inglourious Basterds Precious Make-up - Trucchi Il Divo Star Trek The Young Victoria Music (Original Score) - Colonna Sonora Avatar Fantastic Mr. Fox The Hurt Locker Sherlock Holmes Up Music (Original Song) - Canzone in versione originale The Princess and the Frog: 'Almost There' by Randy Newman The Princess and the Frog: 'Down In New Orleans' by Randy Newman Paris 36: 'Loin De Paname' by Frank Thomas and Reinhardt Wagner Nine: 'Take It All' by Maury Yeston Crazy Heart: 'The Weary Kind' by Ryan Bingham and T Bone Burnett Sound Editing - Montaggio Sonoro Avatar The Hurt Locker Inglourious Basterds Star Trek Up Sound Mixing - Missaggio sonoro Avatar The Hurt Locker Inglourious Basterds Star Trek Transformers: Revenge of the Fallen Visual Effects-Effetti speciali Avatar District 9 Star Trek Short film (Animated)- Animazione French Roast Granny O'Grimm's Sleeping Beauty The Lady and the Reaper Logorama A Matter of Loaf and Death Short Film (Live Action) - D'Azione The Door Instead of Abracadabra Kavi Miracle Fish The New Tenants

venerdì 5 marzo 2010

PARIGI CAPITALE DELLA FOTOGRAFIA 1920-1940 Collezione Christian Bouqueret 14 Gennaio - 11 Aprile 2010




Un nuovo appuntamento con la grande fotografia al MNAF dove il 14 Gennaio viene presentata la mostra "Parigi Capitale della Fotografia 1920-1940", che nasce dalla collaborazione tra il Jeu de Paume e la Fratelli Alinari Fondazione per la Storia della Fotografia.
Si tratta della prima grande mostra di questo importante periodo storico del Novecento dedicata alla sola fotografia. Vi sono esposte oltre 100 opere (tutte vintage prints) di una quarantina di fotografi che hanno lavorato a Parigi tra il '20 ed il '40, accanto a documenti originali dell'epoca (riviste, libri etc).

Curata da Marta Ponsa e Michaël Houlette, l'esposizione arriva, dopo Parigi, nel Museo fiorentino della fotografia, offrendo un'occasione per un appassionante itinerario alla scoperta della "Nuova Visione Fotografica in Francia", così definita dai curatori stessi.

Nei primi anni Venti, Parigi si afferma come capitale mondiale delle avanguardie artistiche, comprendenti anche la fotografia. Capitale cosmopolita e libertaria diviene presto la città "scelta" da fotografi provenienti dall'Europa, dalla Russia e dall' America, quindi il luogo stimolante di incontro e di scambio di esperienze, nonché di linguaggi.

Fotografi francesi come Florence Henri, Maurice Tabard, Roger Schall, Henri Cartier-Bresson. Emmanuel Sougez, Pierre Boucher - solo per citarne alcuni - vissero fianco a fianco con i tedeschi Erwin Blumenfeld, Marianne Breslauer e Ilse Bing, gli ungheresi Andrè Kertész, Rogi André, François Kollar, Gisèle Freund e Brassa?, i russi Hoyningen-Huene e Rudomine, gli americani Man Ray e Berenice Abbott.

Nei movimenti di avanguardia, quindi, la fotografia conquista uno spazio ben definito dimostrando di poter essere dadaista e surrealista, e non solo rappresentante la realtà oggettiva. Di tale storia ne è testimonianza la straordinaria collezione raccolta dallo storico Christian Bouqueret, autore di numerose pubblicazioni dedicate alla storia della fotografia come Surrealist Photography, Des annés folles aux annés noires, Histoire de la Photographie en images, nonché di studi monografici su Laure Albin Guillot, Raoul Ubac, Germaine Krull, Roger Parry, René Zuber e Jean Moral.


giovedì 4 marzo 2010

l'hortus conclusus


I giardini della Genesi, quelli del Vangelo, i nuovi cieli e nuova terra dell’Apocalisse di Giovanni, sono i modelli di riferimento di tutta l’esperienza alto medievale, ai quali si aggiunse in epoca successiva un nuovo archetipo l’Hortus conclusus del Cantico dei Cantici che recita: "giardino chiuso tu sei, sorella mia, sposa, giardino chiuso, fontana sigillata". Nel significato più diffuso l’hortus conclusus era costruito al fine di avere un posto segreto e dedicato alla meditazione, concepito come luogo privilegiato per confortare l’uomo nella lotta continua dalle tentazioni mondane.

L'albatro- Charles Boudlaire


Spesso, per divertirsi, le ciurme Catturano degli albatri, grandi uccelli marini, che seguono, compagni di viaggio pigri, il veliero che scivola sugli amari abissi. E li hanno appena deposti sul ponte, che questi re dell’azzurro, impotenti e vergognosi, abbandonano malinconicamente le grandi ali candide come remi ai loro fianchi. Questo alato viaggiatore, com’è goffo e leggero! Lui, poco fa così bello, com’è comico e brutto! Qualcuno gli stuzzica il becco con la pipa, un altro scimmiotta, zoppicando, l’infermo che volava! Il poeta è come il principe delle nuvole Che abituato alla tempesta ride dell’arciere; esiliato sulla terra fra gli scherni, non riesce a camminare per le sue ali di gigante.

LA VITA AL CONTRARIO, Woody Allen


La vita dovrebbe essere vissuta al contrario.

Tanto per cominciare si dovrebbe iniziare morendo,
e così tricchete tracchete il trauma è già bello che superato.
Quindi ti svegli in un letto di ospedale e apprezzi il fatto
che vai migliorando giorno dopo giorno.

Poi ti dimettono perchè stai bene, e la prima cosa
che fai è andare in posta a ritirare la tua pensione,
e te la godi al meglio.

Col passare del tempo, le tue forze aumentano,
il tuo fisico migliora, le rughe scompaiono.
Poi inizi a lavorare, e il primo giorno ti regalano un orologio d'oro.


Lavori quarant'anni finchè non sei così giovane
da sfruttare adeguatamente il ritiro dalla vita lavorativa.
Quindi vai di festino in festino, bevi, giochi, fai sesso e
ti prepari per iniziare a studiare.

Poi inizi la scuola, giochi coi gli amici,
senza alcun tipo di obblighi e responsabilità,
finchè non sei bebè.

Quando sei sufficientemente piccolo,
ti infili in un posto che ormai dovresti conoscere molto bene.

Gli ultimi 9 mesi te li passi flottando tranquillo e sereno,
in un posto riscaldato con room service e tanto affetto,
senza che nessuno ti rompa i coglioni.

...E alla fine abbandoni questo mondo in un orgasmo!

martedì 2 marzo 2010

MIS EN ABYME (PARTE 1)

Mis en abyme è un blog che propone delle liste di film e libri, riporta inoltre dei brani di svariati autori, la loro biografia e una breve presentazione del loro pensiero. Tutto ciò e accomunato da un forte carattere comico-tragico, dunque grottesco. la tragicomicità delle opere che questo blog propone è volta a condurre il visitatore verso una visione diversa della propria esistenza. Attraverso personaggi come Freud, Pirandello, Bergson, ma anche come woody allen o Magritte viene proposta una corrente di pensiero volta a distruggere qualsiasi visione finalistica o logica della condizione umana. ciò che accomuna tutti questi artisti è il considerare la vita priva di qualsiasi logica o strana finalità nascosta. Essi pensano fermamente che la vita sia dominata dal caos. distruggono il castello, fatto di false sicurezze, che l'uomo in migliaia di anni ha è costruito intorno a sè e, attraverso la loro tragicomicità propongono la loro visione, che , attraverso la completa distruzione di ogni schema ed ogni logica fa cadere l'uomo nell'abisso. Solo coloro che pensano, attraverso l'arte, riescono a liberarsi dalle logiche umane, ed "entrare nell'abisso" e, inizialmente si sentono diversi e dunque quasi superiori, ma dopo poco capiscono che ciò che hanno ricercato è in realtà il nulla completo.. qua entra in gioco Woody allen che, essendo un nostro contemporaneo e dunque avendo potuto, come noi, seguire l'intero svolgimento di tale pensiero, scherza, attraverso il cinema su questo problema.

ovvero egli esprime al massimo la tragicomicità di quella persona che ( come lui) ha passato anni ad interrogarsi sui fini e le verità della vita, si è fatto baluardo di questo pensiero, ma alla fine si accorge che da questo pensiero ha tratto solo un "ulcera cronica" che i dottori non trovano ma lui sostiene di avere, ed ha passato anni in psicoanalisi a cercare di curare un problema che in realtà è incurabile perchè è parte fondamentale dell'essere, ovvero il non essere. la genialità di Woody Allen sta nel trasmettere allo spettatore questo pensiero; cioè che la vita non ha alcun senso, e colui che attribuisce un senso alla vita è essenzialmente e irrimediabilmente uno stupido, ma che comunque vivrà sicuramente meglio di colui che dedica la sua vita a questi grandi quesiti e che guadagna da questi solamente una vita ossessionata da dolori psicosomatici causati da un unico e irrisolvibile problema che lo caratterizza: il "memento mori". le sicurezze, le logiche, i grandi fini, sono osessioni, forse stupide, ma che svolgono un importante ruolo; quello di distogliere l'uomo dal pensare all'unica sicurezza che egli, fin dalla nascita ha, la morte.

Woody Allen scherza su questo argomento, presentando un personaggio talvolta rassegnato talvolta impacciato, che incarna perfettamente la tragicomicità pirandelliana e che fa capire all'attento spettatore proprio questo concetto, ovvero che colui che capisce che tutte le sicurezze che l'uomo crede di avere quasi sicuramente sono false, e abbraccia un pensiero fondamentalmente nihilista ottiene solo una vita paradossalmente peggiore di chi al contrario sposa totalmente teorie finalistiche riguardo all'esistenza.